L‘amore per Cristo non può essere separato dall’amore del prossimo, soprattutto di colui con il quale si convive ogni giorno e si condivide l’ideale di vita. La comunità religiosa che è anche comunità di fede riflette e partecipa il mistero della comunione ecclesiale, di cui è segno visibile.
Mons. Petagna compara la comunità religiosa alla Famiglia di Nazaret: ‘Nella casa di Nazaret, scrive mons. Petagna, non vi era niente affatto che sentisse di predominio di umana volontà: signoreggiava in quella unicamente e sempre da padrona la volontà di Dio. Questo trionfo totale e perfetto della divina volontà deve regnare ancora nella casa delle Vittime, ritraendo sempre copia dai componenti la Santa Famiglia di Nazaret. E questo impero assoluto della volontà di Dio, fa poi anche regnarvi la più bella unione di pace fra loro’.
‘Senza alcun paragone poi risulterà prodigiosa assai più quella unione in una comunità religiosa, dove il forte amor di Dio ha preso possesso di tutti i cuori e li ha trasportati tanto soavemente in ben serrata unione fra loro, da rifulgervi a pieno il sovrano modello dei tre Cuori nella Santa Casa di Nazaret’.
La fraternità deve essere, dunque, lo spirito che anima la Famiglia delle Religiose dei Sacri Cuori. Questo amore fraterno, anche se si esprime in modi diversi a seconda dei doni e della missione che lo Spirito Santo affida a ciascuna, costruisce la vera comunione, sorgente di fecondità per la Famiglia e per la Chiesa.
Alla base di questa vita in comune ci sarà innanzitutto la pratica del comandamento del Signore: ‘Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi’. La sua presenza nel mondo è un richiamo alla vocazione universale, alla santità e nello stesso tempo messaggio di speranza e di testimonianza in Cristo Gesù.