l’avervi di già fatti i miei sentiti auguri in occasione della santa Pasqua, per mezzo del M. Vicario in una mia direttagli nel sabato santo, eppiù veramente l’avermi fra mano un lavoro, sembratomi utile per il mio gregge, e che avrei voluto al più presto condurre a fine, mi fecero rimandare un riscontro alla vostra amatissima, mentre il dovere e il desiderio mi spingevano a rispondervi senza ritardo.
Questo mancamento però mi si è ricacciato durissimo dall’anima all’esternazione dei vostri teneri affetti, nella premura datavi colla prestezza dell’elettrico, a sapere dello stato dei miei poveri giorni.
se non che la vostra sollecitudine mi è tornata gradita considerando che sapete ben distinguere nella persona del vostro pastore, il pastore sommo rappresentato da Lui senza che le spregevoli ed ingrate qualità del soggetto che lo rappresenta vi cagionassero una menoma repulsa. anzi per questo siete degni di moltissima lode che stimate ed amate sempre il vostro vescovo, senza che niente potesse ingenerarvi freddezza verso di lui ; mentre che pure avreste molte ragioni a disgustarvene. ne lodo assai Iddio e ne fo faustissimi auguri per la chiesa di Castellammare. ma per me sallo Iddio quanto sono oggi penetrato dalla mia inettezza a questo ministero altissimo. il nemico dell’uomo non avrebbe tanto trionfato sul mio gregge, nell’epoca che corre se non avesse già trovato delle piaghe fatte da me, e che egli tutto giorno non fa che inacerbirle e farle più profonde. pregio perciò Iddio, e vi chiedo a mani giunte che lo preghiate ancora voi, che scagliasse su di me tutti i fulmini che vuole, per risparmiare il mio amatissimo gregge, e per farmi saldare alcun poco i miei grossi debiti con la divina giustizia. non cessate mai, incoraggiando il clero a fare incessantemente lo stesso, di porre ogni argine che potete alla strage delle anime, insinuando segnatamente la fervida preghiera innanzi al Santissimo Sacramento, e la recita del rosario alla Madonna con gran devozione.
quanto allo stato di mia salute, grazie a Dio sono quasi perfettamente rimesso da una infiammazione ai reni che fu accompagnata da forte febbre vi benedico di cuore, vi abbraccio e lasciandovi rinchiusi nei Sacri Cuori di Gesù e Maria Immacolata,
vi dico umilissimo oblatissimo
Francesco Saverio Petagna