La Congregazione ebbe il suo battesimo il 19 marzo 1871.
Per avviare l’opera, mons. Petagna inoltrò una supplica al Pontefice Pio IX, affinché permettesse a suor Maria Chiara Bischetti, una clarissa, di lasciare la clausura per due o tre anni. Il Papa diede il suo consenso.
Il 16 luglio 1871 il primo gruppo di giovani fece ingresso nell’ampio edificio che il fondatore aveva fatto costruire per loro. Il 21 novembre 1872 il vescovo procedette alla prima vestizione di nove giovani. Nel 1875 furono redatte le Regole e il 16 luglio del medesimo anno tutte le novizie fecero la loro professione religiosa. L’Istituto ebbe originariamente il titolo di «Santa Famiglia», successivamente assunse la denominazione di «Vittime dei Sacri Cuori di Gesù, Giuseppe e Maria» cambiata poi in “Religiose dei Sacri Cuori di Gesù e Maria”.
La comunità delle Vittime dei Sacri Cuori che in meno di sei anni si era accresciuta di oltre cento suore, dopo la morte del Fondatore dinnanzi alle tristi vicende che si abbatterono sulla nascente Congregazione, corse il gravissimo pericolo di disgregarsi. Molte suore, vinte dallo sconforto, abbandonarono la comunità e ritornarono presso le loro famiglie. Le pochissime rimaste, guidate da una superiora di eccezionali virtù, suor Adelaide Sanniola, affrontarono la prova con coraggio e la superarono. Suor Adelaide visse tutta la difficile prova dell’Istituto, confortandosi nelle parole di Gesù, ripetute spesso dal Fondatore:«Se avete fede, muoverete le montagne». A Castellammare si ritenevano ormai chiuse per sempre le «scuole delle vittime». Per riprendere il contatto con le famiglie, il cammino fu lento, ma la tenacia delle suore riuscì a trionfare e ottenne nuova fiducia.
Dal 1899 al 1932 guidò la Congregazione come madre generale suor Chiara Coccia. Donna saggia e intelligente, prudente e umile, ponendo tutta la sua fiducia in Dio e nelle sue figlie, poté governare e reggere per trentatre anni le sorti della Comunità, senza ombra di stanchezza o di sconforto. Madre Chiara offrì generosamente il suo aiuto e il suo conforto nelle private e pubbliche necessità, distinguendosi, in modo particolare, nel periodo bellico del 1915, in cui accolse presso l’Istituto figli di profughi, orfani e bisognosi. L’operosità della Madre fu coronata dall’approvazione delle costituzioni, da parte della Santa Sede che si ebbe il 6 luglio 1932. Durante il suo generalato le Religiose dei Sacri Cuori erano presenti in 22 case, situate in cinque diocesi.
Diresse la Congregazione, dal 1933 al 1940, suor Teresa Romano; durante il suo mandato, ella continuò l’espansione della Congregazione; diverse comunità si formarono nella provincia di Salerno; nella stessa città di Salerno fu avviata la costruzione di un grande collegio femminile, dedicato a S. Teresa del B. Gesù. La fondazione del detto istituto, avvenuta anche per la solerzia di suor Bernardina Santarcangelo superiora generale dal 1960 al 1969, rispondeva alla domanda di accoglienza per le giovani che provenivano dalla provincia e dai territori confinanti, per il proseguimento degli studi; nella stessa struttura si creò la scuola materna, la scuola elementare e la scuola media. È interessante una testimonianza scritta del prof. Paolo Pisacane in “Lauda per un cinquantesimo”: «Le pietre dell’Istituto sanno di essere state messe l’una sull’altra saldamente dai sacrifici quotidiani di anime buone sollecitate dall’ amore di Dio e del prossimo. Il giardino e l’atrio sanno di essere stati ottenuti con le lacrime più che con i soldi; porte e finestre hanno visto di estate, instancabili, sorridenti Suore con pennello e colore in tempi difficili, ma i poveri non si sono mai visti respinti. Per loro vestiario, vitto e un po’ di soldi, ma tanto amore. Non visto ha lavorato mons. Petagna; ha lavorato nelle sue figlie spirituali»
Con madre Bernardina Santarcangelo la Congregazione uscì dall’Italia e raggiunse il Brasile. Il 7 gennaio 1967, partivano dal porto di Napoli le prime tre suore missionarie per Canapolis, nello stato di Minas Gerais, Attualmente contiamo tre case in questo stesso stato. Siamo nel periodo del Concilio Vaticano II, si respira aria di riforma, di ritorno allo spirito che animò le consorelle alle origini della fondazione; la famiglia religiosa riceve un’ opportuna formazione per accogliere e vivere secondo l’ insegnamento del Concilio, anche se con un po’ di difficoltà da parte di alcune suore; la stessa modifica dell’abito, inizialmente, viene accettata con poco entusiasmo.
Alla madre Bernardina, morta nel 1969, segue suor Angelica Mastroberardino. Durante il suo incarico la Congregazione ha fatto passi in avanti nella conoscenza del proprio carisma, nella formazione religiosa; molte suore hanno potuto frequentare scuole specifiche e corsi di formazione religiosa e professionale. In questi anni è accresciuta grandemente la conoscenza del proprio fondatore grazie alle ricerche storiche, volute dalla madre, e quindi alle pubblicazioni che si sono avute in merito al pensiero e alla spiritualità del nostro padre. È migliorata in questi anni la formazione; la vita di comunità ha poggiato sempre più le sue basi su rapporti umani ed evangelici, ma questo impegno comune a vivere nella fedeltà la propria vocazione non ha evitato l’uscita di diverse suore che sono ritornate in famiglia.
Con madre Teresa Scaleia, il 18 maggio 1990, si apre, in Castellammare di Stabia con il vescovo mons. Felice Cece, il processo diocesano per la beatificazione del nostro padre fondatore e si conclude il 18 dicembre 1992. Le suore vivono questo evento con grande gioia e diventa una possibilità per aumentare il proprio amore alla chiesa e alla comunità. Nonostante il numero delle suore si assottigli e le vocazioni in Italia rallentano sempre più tuttavia si ha il coraggio di aprire nuove missioni in Colombia, in tre località, e in Romania.
Il 1999 viene eletta madre generale suor Fatima Megna; ella come le precedenti, mantiene vivo lo spirito della famiglia religiosa e si impegna per la formazione permanente delle suore; nell’anno 2000 si aggiunge ancora una nuova missione: il Perù. Proprio di ritorno dal Perù, viaggio avvenuto nell’anno 2002, la nostra madre terminò la sua missione su questa terra, era il 28 gennaio; nel disastro aereo Quito – Tulcan morirono madre Fatima e suor Lorenza, maestra di formazione in Colombia. Questo grave lutto ha segnato la nostra storia; abbiamo tanto sofferto. Segnate da questa morte siamo maggiormente consapevoli che la vita va offerta con gioia, con amore e generosamente a Dio e va vissuta nella docilità all’ascolto della sua Parola, pronte ad andare là dove Egli vorrà inviarci per essere ai fratelli gocce della Provvidenza.